Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
A Teheran è stata assaltata l’ambasciata saudita (40 arresti), a Mashad (sempre in Iran) il consolato saudita è stato incendiato, a Manama, capitale del Bahrein, sciiti decisi a far qualcosa contro il regime di Riad sono andati allo scontro con la polizia, altri incidenti si segnalano in Iraq, Libano, Yemen. Il mondo islamico è in subbuglio per l’esecuzione dell’imam sciita Nimr al Nimri, non importa se i sauditi hanno tagliato la testa non solo a lui, ma anche a un nutrito gruppo di sunniti giudicati come terroristi. Ali Khamenei, guida suprema iraniana, ha invocato sul capo della dinastia dei Saud la vendetta divina. «Senza dubbio l’illegittimo spargimento di sangue di questo martire innocente avrà un effetto rapido e la vendetta divina si abbatterà sui politici sauditi. Il sangue versato dall’Arabia la porterà all’inferno. L’unica cosa che al Nimri ha fatto è stata quella di criticare pubblicamente il governo». Stessa musica dal presidente iraniano, Rohani: «L’esecuzione di al Nimri viola i diritti umani e i valori islamici». Intanto a Riad veniva convocato l’ambasciatore persiano a cui i sauditi comunicavano il loro punto di vista sull’intera vicenda: «Teheran difende i terroristi». Appaiono patetici, in questo clima, gli inviti americani e francesi a «raddoppiare gli sforzi per disinnescare le tensioni». Francia e Stati Uniti non sanno che pesci prendere in quel contrasto: vendono montagne di armi ai sauditi con profitti stratosferici, ma hanno appena stretto un’alleanza strategica con Teheran imperniata sul nucleare e vogliono fare affare con gli ayatollah. A Capodanno, in base a vecchie decisioni, gli americani avrebbero dovuto rinnovare le sanzioni contro l’Iran, ma all’ultimo Obama le ha congelate, mossa amichevole che forse è alla base della decisione di re Salman di dare il via alle 47 esecuzioni.
• Non riesco a capacitarmi del fatto che la decapitazione di un imam possa portare a una nuova guerra inter-islamica.
Perché lei non ha chiara la profondità del contrasto tra sunniti e sciiti.
• Me la spieghi lei.
L’85% dei musulmani è sunnita. Gli sciiti sono stati e sono ancora una minoranza, di solito perseguitata dai governi sunniti. Ma non in Iran, dove le tribù nomadi si convertirono alla shi‘a a partire dal XIX secolo. La divisione tra le due fedi nasce nel VII secolo dopo Cristo, alla morte di Maometto. Chi doveva raccogliere l’eredità del Profeta? Secondo i seguaci della Sunna (i detti di Maometto), gli eredi del Profeta erano i Califfi, coloro a cui Maometto, uscendo dalla tenda, riferiva la parola di Dio rivelatagli dall’arcangelo Gabriele. Ma s’era intanto formato anche un Partito di ‘Ali, il genero di Maometto, e secondo questo partito era ‘Ali, e non i Califfi, il depositario della vera parola. “Partito di ‘Ali“, in arabo, si dice “Shi‘at ‘Ali”. Da questo “shi‘at” viene la parola “sciita”.
• È qualcosa che può somigliare al contrasto - e alle guerre - tra cattolici e protestanti?
È più complicato, perché l’Islam non ha un papa che stabilisca qual è la verità in cui cui credere. La Bibbia e i Vangeli, molto più antichi del Corano, sono testi scelti da un’autorità che li ha proclamati validi. E sono scritti, secondo la fede cristiana, da mediatori di Dio (i profeti, gli evangelisti). Il Corano invece, secondo la fede musulmana, è direttamente la parola di Allah, comunicata dall’angelo a Maometto. I sunniti sostengono che la parola di Dio non è interpretabile, cioè i fedeli devono stare alla sua lettera e seguire l’esempio del Profeta. I Califfi non sono capi religiosi, ma semplici autorità politiche che hanno solo il dovere di garantire l’unità dei fedeli.
• E gli sciiti invece?
Gli sciiti sostengono che Dio non può aver lasciato il genere umano senza una guida religiosa. E la identificano negli imam. E ammettono che la parola di Dio possa e debba essere interpretata. Dagli imam, appunto. Si dividono poi su chi siano questi imam a cui si deve prestar fede. In Iran si pratica lo sciismo duodecimano, perché identifica dodici imam, l’ultimo dei quali scomparve per sfuggire alla prigionia abbaside (siamo nel IX-X secolo). Gli sciiti credono che questo imam, Muhammad al-Mahdī, debba manifestarsi di nuovo alla fine dei tempi per rendere all’Islam tutta la sua purezza. Ma ci sono molte altre idee, e molte altre sètte, nel mondo sciita (come nel mondo sunnita).
• Sono passati duemila anni e dobbiamo ancora scontare...
Se vogliamo ragionare all’occidentale, e cioè in termini materialistici, si tratta di attrarre dalla propria parte un miliardo e mezzo di persone, quanti sono i musulmani nel mondo. Abbiamo detto tante volte che i messaggi dello pseudocaliffo al-Baghdadi sembrano rivolti contro l’Occidente, ma sono costruiti per sedurre i musulmani. La guerra dell’Isis e i suoi terribili contorni sono in realtà un conflitto tra sunniti e sciiti per il dominio di quel mondo, e poi magari anche del nostro. Il petrolio è un infernale moltiplicatore del loro odio. L’ultima provocazione della sunnita Riad e la furibonda risposta della sciita Teheran fanno temere che tra i due Paesi, separati solo dalla sottile striscia del Golfo Persico, sia scattata l’ora della resa dei conti.
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