Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
C’è questo Massimo Carminati, malavitoso sempre assolto, che sta al telefono con un certo Riccardo Brugia, a suo tempo rapinatore e picchiatore fascista. Carminati, cieco da un occhio per via di una pistolettata (è detto anche “Er Guercio”), sta spiegando a Brugia come stanno le cose: «Ci sono i vivi sopra e i morti sotto. E noi in mezzo. C’è un mondo in cui tutti si incontrano...».
• Questo per dire dei rapporti tra politica e malavita? Ma questo Carminati è un letterato, un filosofo...
Dovrebbe essere stato lui, qualche decennio fa, a sparare a Mino Pecorelli, il giornalista che viveva ricattando il mondo politico. Ammazzando Pecorelli (se l’ha ammazzato) Carminati ha reso un servizio al mondo di sopra e al mondo di sotto ed è diventato l’uomo fidato dei vivi e dei morti. È un vecchio militante dei Nar, grilletto facile, a quello che si sa, e in qualche modo però mandato sempre assolto dai giudici. A parte ieri, però, in cui l’hanno arrestato nel corso di una maxi-operazione battezzata appunto “Mondo di Mezzo”. Carminati, l’ex fascista, ha passato gli ultimi anni a far parlare alla grande il grande e il piccolo cabottaggio, ottenendo appalti e distribuendo tangenti. Tra gli indagati c’è pure l’ex sindaco Gianni Alemanno, che respinge ogni addebito, ma è sotto la lente per associazione mafiosa e, benché il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone abbia specificato che «la sua posizione è ancora da bvagliare», è chiaramente nei guai. Contraccolpi anche nella giunta Marino, ma in un senso che a Marino, - bersagliato finora da ogni parte - dovrebbe andar bene: l’inchiesta ha toccato due uomini in sella adesso, l’assessore alla Casa Daniele Ozzimo, e il presidente dell’assemblea, Mirko Covatti. Si sono dimessi tutti e due. Pignatone ha detto: «Con la nuova consiliatura qualcosa è cambiato». Vuoi vedere che il tiro al bersaglio su Marino al quale abbiamo assistito negli ultimi mesi ha più di un significato?
• Dia qualche ragguaglio sull’inchiesta, accidenti alle sue chiacchiere.
Sono state arrestate, con l’imputazione di associazione mafiosa, 37 persone, di cui 9 ai domiciliari. Gli indagati a piede libero sono un centinaio. Tra gli arrestati, nomi grossi: a parte Carminati, sono finiti dentro anche Franco Panzironi, che al tempo in cui era ministro dell’Agricoltura Alemanno aveva messo a capo dell’Unire e che, una volta sindaco, nominò amministratore delegato dell’Ama, l’azienda dei rifiuti capitolina. Il filone appalti-rifiuti, nell’inchiesta, pare piuttosto grosso. Poi c’è Riccardo Mancini, che amministrò l’Ente Eur ed è già sotto inchiesta per una tangente Finmeccanica. Con Alemanno ha governato le questioni legate alla mobilità cittadina. Fabrizio Franco Testa era presidente di Enav-Techno Sky, Gennaro Mokbel è già nei guai per la truffa Fastweb-Telecom Sparkle, in cui avrebbe lucrato 2,2 miliardi, adesso è inquisito per certi appalti Enav-Finmeccanica finiti al commercialista di Carminati...
• Lei ci ha insegnato che tutti i tizi messi sotto inchiesta sono innocenti fino a sentenza definitiva.
Sicuro. Mentre i 37 venivano arrestati, ma forse anche qualche giorno prima, i militari hanno fatto un mucchio di perquisizioni, andando a infilarsi anche nella villa dell’ex sindaco Alemanno, dietro la Camilluccia. Da queste perquisizioni sono usciti intanto con parecchi quadri, opere di Wahrol e Jacson Pollock, niente di strano, in fondo, dato che anche Gennaro Mokbel, in una perqusizione di quattro anni fa, risultò un collezionista di prim’ordine, quattromila opere conservate in un magazzino, e tra queste Capogrossi, De Chirico ecc. Le tele di questa volta sarebbero di Carminati. A casa di un altro tizio (gli inquirenti non fanno nomi) c’erano 570 mila euro in contanti.
• Alla fine, quanta ricchezza hanno sequestrato?
Beni per duecento milioni. Questo non fa dei possessori di quei beni dei colpevoli, sia chiaro.
• Però nemmeno degli innocenti.
Non faccia il furbo, non dia la stura alla sua ben nota invidia sociale. Il Procuratore generale Pignatone ha fatto un quadro di Roma abbastanza spaventoso. «Con questa operazione abbiamo risposto alla domanda se la mafia a Roma c’è. Nella capitale non controlla la città un’unica organizzazione mafiosa, ma diverse. Oggi abbiamo individuato quella che abbiamo chiamato “Mafia Capitale”, romana e originale, senza legami con altre organizzazioni meridionali, di cui però usa il metodo. Nello specifico alcuni uomini vicini all’ex sindaco Alemanno sono componenti a pieno titolo dell’organizzazione mafiosa e protagonisti di episodi di corruzione. Con la nuova amministrazione il rapporto è cambiato ma Massimo Carminati e Salvatore Buzzi (presidente della cooperativa 29 giugno, tra gli arrestati) prima del voto si dicevano tranquilli chiunque vincesse le elezioni».
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