Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Oggi alle sei del pomeriggio prima verifica dei rapporti tra il Popolo della Libertà e la nuova formazione “Futuro e Libertà per l’Italia” (che potremmo anche dire dei “Futuristi”): è convocata la conferenza dei capigruppo per decidere se la Camera ad agosto avrà o non avrà un calendario dei lavori e, in caso affermativo, se metterà ai voti già adesso oppure a settembre la mozione che chiede di sospendere le deleghe al sottosegretario Caliendo.
• È troppo difficile, ci rinuncio. Perché questa robetta dovrebbe addirittura essere “una verifica dello stato dei rapporti tra Berlusconi e Fini”?
C’è questo sottosegretario alla Giustizia di nome Giacomo Caliendo. I magistrati di Roma ritengono che fosse una delle pedine della P3 (Carboni, Verdini e tutto il resto). L’opposizione ha avanzato quindi nei suoi confronti una mozione: che gli si sospendano le deleghe. Non è neanche una mozione di sfiducia come quelle che, per il solo fatto di essere state annunciate, indussero il neo-ministro Brancher e il sottosegretario Cosentino a lasciare. Qui si chiede la sospensione delle deleghe: Caliendo resterebbe sottosegretario, ma senza poteri. Una finezza, per rendere più facile la confluenza dei futuristi. In teoria ci sarebbero due decreti da convertire questa settimana, quello sulla Tirrenia e quello su nucleare ed energie rinnovabili. Il governo potrebbe decidere di farli cadere per non correre rischi, e mandare perciò i deputati in ferie. Se li tenesse in piedi, allora ci sarebbe teoricamente il tempo per votare anche la mozione contro Caliendo. La sola decisione di votare la mozione, prima di sapere come i futuristi la voteranno, sarebbe interpretata come un atto di ostilità verso Berlusconi. In pratica, l’apertura della guerra totale. Ma molti ritengono che Fini, a questo punto, smorzerà i toni in attesa di capire la temperatura complessiva del pianeta politico. Le incognite sono talmente tante che aspettare sembra saggio per tutti quanti, compreso il Cavaliere.
• È vero che Berlusconi sta facendo campagna acquisti?
Ci sono telefonate e colloqui, sì. Venerdì sera il presidente del Consiglio ha voluto a cena con sé 25 sue parlamentari. Le cronache dicono che le ha coccolate e si è fatto coccolare. La Barbara Contini, quella che stava a Nassiriya, però non c’è andata ed è passata nel gruppo dei finiani. Ieri Libero ha dato con grande evidenza la non-notizia che 25 dei 33 deputati finiani continueranno ad appoggiare Berlusconi. Fino a questo momento, a dire il vero, tutti i finiani hanno dichiarato che voteranno per Berlusconi. La questione non riguarda l’appoggio generico, cioè il rimanere oppure no nella maggioranza. Ma l’accordo su singole leggi assai sensibili, ed è per questo che il Cavaliere è impegnato nella cosiddetta campagna acquisti: da un lato evitare che altri dei suoi passino nel gruppo del presidente della Camera, dall’altra pescare in quella zona senza confini ben definiti che sta più o meno al centro e che comprende sigle assai poco nominate, come l’Api (Rutelli), i Liberaldemocratici, l’Mpa, e qualche battitore libero tipo il famoso Riccardo Villari divenuto celebre perché in nome della democrazia non voleva mollare la presidenza della Commissione parlamentare di Vigilanza e che adesso potrebbe entrare nel Pdl dopo essere stato democristiano, margheritino, poi dell’Udeur, quindi del Pd (che lo portò in questo Parlamento), poi dell’Mpa. D’altra parte anche i finiani sono in caccia, specie al Senato, dove manca un solo parlamentare per raggiungere il numero di dieci senatori, necessari a fare gruppo. Si dice che quelli dell’Mpa gliene affitteranno uno…
• A parte il caso Caliendo, quali sono le leggi su cui i finiani potrebbero volersi distinguere?
Intanto quella sulle intercettazioni, che è stata rimandata a settembre, ma che forse sarà pure accantonata. Poi i finiani sono contrari alla retroattività del lodo Alfano, non vogliono la legge sul processo breve, hanno opinioni diverse da Berlusconi sul biotestamento e faranno andare su tutte le furie la Lega per il voto agli immigrati. Premono per l’approvazione del disegno di legge anticorruzione e soprattutto saranno ossi duri sui decreti attuativi del federalismo e sulla finanziaria di Tremonti.
• Quindi il governo cade.
Non si sa. La separazione potrebbe spingere alla cautela i duellanti. Berlusconi ha elogiato i finiani che stanno al governo e accolto con piacere la notizia che come capogruppo alla Camera il Fli non sceglierà né Bocchino né Granata né Briguglio, cioè nessuno degli ultrà, ma qualcuno capace di mediare e di dialogare.
• Fli?
“Futuro e Libertà per l’Italia”, no? Io dico “Fli” come se si trattasse di un partito. Un partito in realtà neanche c’è, c’è solo un gruppo parlamentare. È un’altra delle stranezze del momento. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 2/8/2010]
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