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 2013  aprile 02 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Mario Monti
Il Ministro degli Interni è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro degli Esteri è Mario Monti
Il Ministro della Giustizia è Paola Severino
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Vittorio Grilli
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Francesco Profumo
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Elsa Fornero
Il Ministro della Difesa è Giampaolo Di Paola
Il Ministro dello Sviluppo economico è Corrado Passera
Il Ministro delle Politiche agricole è Mario Catania
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Corrado Passera
Il Ministro della Salute è Renato Balduzzi
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Lorenzo Ornaghi
Il Ministro dell’ Ambiente è Corrado Clini
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali, turismo e sport è Piero Gnudi (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Fabrizio Barca (senza portafoglio)
Il Ministro della Cooperazione internazionale e integrazione è Andrea Riccardi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Filippo Patroni Griffi (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Dino Piero Giarda (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Muhammad Mursi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Ricapitoliamo: la soluzione Napolitano cammina su tre gambe. Prima gamba: resto qui fino all’ultimo giorno (15 maggio, in teoria). Seconda gamba: il governo Monti è in carica e operante. Terza gamba: ho creato questi due gruppi, con gente che viene da tutt’e due le parti in causa, e questi due gruppi hanno da trovare soluzioni ai problemi istituzionali e soluzioni ai problemi economici che siano condivise da Pd e da Pdl. A una prima reazione ringhiante del Pd (che non vuole imboccare la strada di un possibile dialogo col centro-destra se non all’interno di un ghetto in cui si parli solo di riforme senza commistioni con l’attività di governo) è seguita un’analoga presa di posizione piena di dubbi del centro-destra, piccato soprattutto della nuova benedizione a Monti, che Berlusconi e i suoi vedono come fumo negli occhi. C’è poi da registrare l’indignazione femminista per il fatto che i dieci amici del Presidente (non esiste altra formula per definirli) sono tutti maschi. A tutti costoro, il presidente ha risposto ieri.

Sentiamo?
Intanto veniamo a sapere che i saggi saranno convocati oggi alle 11 – quelli del primo gruppo – e a mezzogiorno quelli del secondo gruppo, cioè gli esperti di questioni istituzionali. Il fatto che il presidente intenda sbrigarsela in un’ora significa che, in realtà, ci sarà poco da spiegare: tutti hanno capito di che si tratta. Napolitano: «Risulteranno evidenti sia il carattere assolutamente informale e il fine puramente ricognitivo dell’iniziativa assunta dal presidente della Repubblica sia i limiti temporali, d’altronde ovvi, dell’attività dei due gruppi». Soprattutto quelli del Pdl avevano espresso la preoccupazione che, mettendo al lavoro i dieci, Napolitano prolungasse i tempi a tal punto da rendere impossibile il voto a giugno. Se si deve votare, sia Berlusconi che Bersani vogliono farlo al più presto, uno per sfruttare la scia della campagna elettorale precedente, l’altro per soffocare la rimonta di Renzi. Napolitano continua: «Le riunioni offriranno anche l’occasione per ogni ulteriore chiarimento opportuno, di fronte a commenti nei quali ai più larghi apprezzamenti si sono accompagnati non solo legittimi dubbi e scetticismi, ma anche timori e sospetti artificiosi e del tutto infondati».  

Non sarà che il Presidente vuole veramente guadagnare tempo?
Così hanno scritto i giornali americani e una parte di verità c’è. Se si arrivasse al 15 aprile in una situazione fluida, si darebbe ai partiti la chance di una mega-trattativa comprendente anche il Quirinale. È quello che vuole soprattutto Berlusconi. D’altra parte siamo di fronte a un capo dello Stato che parla di continuo di «ampia condivisione», cioè vuole che i due si sposino. Mentre uno - il Pd - non vuole per niente, almeno finché è governato dall’attuale gruppo dirigente. E l’altro, il Pdl, vuole, ma con l’obiettivo di impedire colpi bassi o pseudobassi, come il voto sull’incandidabilità del Cav. È chiaro che non c’è nessuna speranza di dialogo, almeno finché Berlusconi sta al suo posto. E Berlusconi non ha nessuna intenzione di togliersi di mezzo. Infine, il tempo guadagnato da Napolitano permetterà di consegnare la faccenda al successore, il quale potrà prendersi la responsabilità di sciogliere le camere e/o di mandare qualcuno allo sbaraglio del voto di fiducia, facendogli poi governare l’ultima parte di legislatura.  

Vediamo la linea dei due partiti, anzi dei tre partiti, comprendendo Grillo.
A Grillo è piaciuta l’idea di rincaricare Monti – aveva esortato lui stesso a imboccare questa strada – ma ha sbeffeggiato la trovata dei saggi, battezzandoli “badanti della democrazia”. Vuole invece che si formino al più presto le commissioni, attraverso le quali punta a condizionare il lavoro del Parlamento. Il Pdl vuole che i saggi si sbrighino, che le consultazioni riprendano, che si formi un governo di larga coalizione o che si vada a votare. Il Pd, attraverso Franceschini, ha fatto sapere di non aver avuto alcuna parte nelle decisioni del Presidente, premessa che consentirà loro di prenderne sempre più le distanze. Infatti nella sua nota Franceschini ricorda che «certe decisioni vanno prese in Parlamento».  

Monti è invece d’accordo su tutto?
Sì, certo. Cazzola ha aggiunto al plauso del partito: «Per fortuna ci siamo risparmiati il governo Bersani, la cui composizione sarebbe stata pensata apposta per creare casi di coscienza nei senatori grillini, quindi quanto di peggio ci si potesse immaginare..  

Bersani è fuori gioco o no?
Secondo la quasi totalità dei commentatori, sì. Secondo l’attuale vertice del Pd, no.     (leggi)

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