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La prima immagine di un buco nero • Otto secondi per guardare un’opera d’arte • È scesa la soglia d’attenzione
Fotografato per la prima volta un buco nero
Per la prima volta nella storia è stato fotografato un buco nero. Nelle immagini, scattate nell’Ammasso della Vergine, a 54 milioni di anni luce da noi, si vede un anello di fuoco. Protagonista dell’impresa la Event Horizon Telescope (Eht), che ha combinato i dati raccolti da otto telescopi e creato un telescopio virtuale. Il buco nero si trova al centro della galassia Messier 87 (M87). La massa del buco nero sarebbe pari a 6,5 miliardi di volte quella del Sole. Spiega Luciano Rezzolla, direttore dell’Istituto di Fisica Teorica di Francoforte: «Quella che abbiamo visto è l’ombra di un buco nero. Nei buchi neri supermassicci che si trovano al centro delle galassie la materia che viene attratta si riscalda e, cadendo nel buco nero, emette una luce in parte osservabile dai radiotelescopi. È così che i telescopi dell’Eht sono riusciti a catturare la cosiddetta zona in ombra, ossia quella regione priva di luce che è tale in quanto la luce al suo interno viene assorbita dall’orizzonte degli eventi».
Otto secondi per guardare un’opera d’arte
Tempo medio impiegato dai visitatori di un museo per guardare un’opera d’arte: otto secondi (indagine svolta dalla Tate Gallery) [De Carolis, CdS].
La soglia d’attenzione scesa a otto secondi
La storia della Tate Gallery (sguardi che in media non durano più di otto secondi davanti a un’opera d’arte) trova conferma in un rapporto di Microsoft: «Nel maggio 2014 Microsoft ha pubblicato un rapporto che raccoglie i risultati di uno studio condotto in Canada tra il 2000 e il 2013. Il titolo è How does digital affect Canadian attention spans?e i dati presentati sono impressionanti: nell’arco di 13 anni la soglia media di attenzione dei soggetti osservati si è ridotta di un terzo, passando da dodici a otto secondi. Otto secondi: “Uno in meno dei pesci rossi”, ammonisce il rapporto» [Dotti, Pagina99].
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