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Il traffico di bambini in Michigan e in Messico. Un carabiniere ammette il pestaggio di Cucchi. Confessa l’assassino di Maria Tamina
Il traffico di bambini in Michigan
Ieri, in Michigan, la polizia ha ritrovato 130 bambini sugli almeno 1.400 che risultano scomparsi perché rapiti dalla malavita. I bambini sono destinati al mercato della prostituzione o a quello del traffico d’organi. Uno dei bambini recuperati, dice un comunicato, «non mangiava da tre giorni. Ora è in affidamento ai servizi per la protezione dei bambini». Nell’agosto scorso, l’agente Amy Belanger ha tenuto un dibattito pubblico, trasmesso in streaming sulla pagina ufficiale di Facebook della Michigan State Police: «Il nostro Stato è al 10° posto nel Paese per il traffico di esseri umani e al 2° per la capacità di salvare le vittime. Più sono giovani, più soldi valgono. I più esposti sono ragazzi e ragazze tra i 13 e 16 anni. I maschi sono circa il 20%. I crimini possono avvenire ovunque. In ogni contea, in ogni città dello Stato. Il Michigan è uno snodo ideale per i traffici illegali. Confina con il Canada e con altri 5 Stati americani. E’ ben collegato con tutti. Dalla nostra esperienza ci risulta che i rapimenti forzati rappresentino solo il 3% del totale. Nel 62% dei casi i ragazzi sono stati ingannati e nel 40% i minori sono stati venduti dai genitori» [Sarcina, CdS]
«La scusa che Patricia usava per far venire le donne a casa sua era che le erano arrivati dei vestiti e dei profumi nuovi, che stava vendendo a prezzi buonissimi. Varcata la porta, per le vittime, quasi tutte ragazze madri tra i 20 e i 30 anni, era la fine. Juan Carlos, suo marito, le picchiava e violentava e poi si dedicava a tagliarne i corpi, dividendo i resti in sacchi di plastica, mentre reni e polmoni finivano in un frigorifero, tanto che gli inquirenti sospettano un traffico di organi. Una storia piena di particolari macabri. Secondo le testimonianze dei vicini, la coppia era solita camminare per il quartiere, portando a spasso un passeggino, che è stato trovato dalla polizia a casa loro, pieno zeppo di resti umani. L’uomo ha confessato di essere l’autore di altri tre omicidi, ma secondo il giudice a carico dell’inchiesta le vittime potrebbero essere molte di più. Il riconoscimento dei resti umani trovati nella loro casa potrà durare diverse settimane: la maggior parte dei pezzi di cadavere si trova in stato di putrefazione. Tutto è successo ad Ecapetec, città di 1,5 milioni di abitanti a 25 chilometri da Città del Messico. Una metropoli famosa per la violenza che regna nelle sue strade, la cattiva gestione dei suoi amministratori e la corruzione delle sue forze dell’ordine. Gli inquirenti sono arrivati alla coppia di assassini nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa di Nancy Huitron, ragazza di 28 anni sparita agli inizi di settembre assieme a sua figlia Valentina, di due mesi. La piccola Valentina era stata venduta, ma la polizia è riuscita a recuperarla, e da lì è partita una delle piste che hanno portato alla coppia di assassini» [Guanella, Sta].
Un carabiniere ha ammesso il pestaggio di Cucchi
C’è stato un colpo di scena nel processo bis sulla morte di Stefano Cucchi, avvenuta il 22 ottobre 2009 all’ospedale Pertini di Roma sette giorni dopo l’arresto. Uno dei cinque carabinieri imputati, Francesco Tedesco, in una denuncia e in tre interrogatori successivi, ha accusato i due colleghi Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo di aver pestato Cucchi. «Fu un’azione combinata», dice Tedesco nel verbale letto ieri in aula dal pm Musarò, «Cucchi prima iniziò a perdere l’equilibrio per il calcio di D’Alessandro, poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fede perdere l’equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore. Io spinsi Di Bernardo ma D’Alessandro colpì con un calcio in faccia Cucchi mentre questi era sdraiato a terra». Poi uno degli altri due carabinieri colpì Cucchi «con uno schiaffo violento in volto», mentre l’altro gli diede «un forte calcio con la punta del piede», ha raccontato Tedesco che sostiene anche di aver scritto una nota di servizio in cui parlava del pestaggio a cui aveva assistito. La nota non è tuttavia mai stata trovata.
Salvini, che a suo tempo aveva detto: «La sorella di Cucchi si deve vergognare», ieri ha invitato lei e gli altri parenti di Stefano Cucchi al Viminale: «Sorella e parenti di Stefano Cucchi sono i benvenuti al Viminale. Eventuali reati o errori di pochissimi uomini in divisa devono essere puniti con la massima severità, ma questo non può mettere in discussione la professionalità e l’eroismo quotidiano di centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi delle forze dell’ordine». Ilaria ha risposto con un «Saremo lieti di andare da lui, insieme anche all’avvocato Anselmo».
Ha confessato l’assassino di Maria Tanina
Andrea De Filippis, 56 anni, ex poliziotto e istruttore di karate, ha confessato per otto ore, spesso piangendo, di aver ucciso nella sua palestra Maria Tanina Momilia, di anni 36 e madre di due ragazzi, sbattendole in testa un peso da body building, poi chiudendole il capo in un sacchetto di plastica (era ancora viva) e infine nascondendo per tutta la notte il cadavere in macchina e andandolo poi a buttare, all’alba, in un canale di via Castagnevizza nei pressi di Fiumicino (vedi Anteprima del 9 ottobre). Tra i due c’era una storia, e Maria Tanina s’era fatta troppo possessiva («voleva raccontare a tutti di noi e specialmente a Stefania, la mia compagna»). Il marito della donna assassinata, Andrea Scarpati, che non può credere all’adulterio («la nostra è una storia d’amore che dura da vent’anni») ha detto: «Maria Tanina era turbata e scontenta della seduta di allenamento. Le ho chiesto perché. “Andrea era strano, sembrava distratto”, mi ha risposto. Lui lo conosco bene, era uno di casa, ha allenato anche i nostri figli».
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