Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Beppe Grillo piano piano sta mollando i cinquestelle
Beppe Grillo ha rinnovato nella grafica e nei contenuti il suo blog. Il rosso e il bianco hanno preso il posto del giallo e del nero. Interviste e articoli su tecnologia e innovazione sostituiscono i post politici. La pagina si apre con un video del comico che spiega il perché del cambiamento: «Inizia adesso un’avventura straordinaria di visioni. Andrò in cerca di folli, di artisti, mi piace avere dei punti di vista, ma di idee, perché io sono stufo delle opinioni. Ognuno ha diritto alla propria opinione, ma ha anche diritto ai fatti. Io voglio sognare, voglio avere qualcosa che mi spinga sempre in avanti. E con voi voglio farlo tornando al blog com’era».
• Quindi Grillo s’è stufato dei grillini?
È un fatto che nel suo lungo videomessaggio Grillo fa un solo fugace accenno al M5s. Ed è un altro fatto che gli unici rimandi al Movimento sono due link: uno porta al Blog delle Stelle, il nuovo sito ufficiale dei Cinque Stelle, e l’altro alla piattaforma Rousseau. Per il resto nel nuovo blog non ci sono articoli che riguardino la politica e non c’è traccia di tutti i vecchi post. Terzo fatto: a gestire beppegrillo.it è l’agenzia di web design Happy Grafic, che ha sostituito la Casaleggio&Associati, mentre la proprietà è dello stesso Grillo attraverso la Beppegrillo Srls, istituita lo scorso 22 dicembre con capitale sociale di 10 euro. Ormai sono alcuni anni che Grillo manifesta la sua insofferenza per le dinamiche di palazzo e per il peso dell’impegno politico. Non ha nascosto che vorrebbe tornare a fare il comico a tempo pieno, tant’è che è ripartito con i tour (nello spettacolo Grillo contro Grillo
ha messo in scena la tensione tra la sua anima di showman e il suo ruolo di leader del Movimento). Di certo finora in campagna elettorale non s’è fatto mai vedere.
• Di Maio che dice di tutto questo?
Ieri sera a Porta a porta
ha parlato di un cambiamento non traumatico: «Il segnale di Beppe che sgancia il blog è un’ulteriore prova che stiamo sempre più crescendo, senza nessun parricidio. Beppe resta il garante e il padre nobile. Ma l’indirizzo politico lo danno gli eletti nelle istituzioni e il capo politico». Nel nuovo statuto del Movimento, presentato alla fine dello scorso anno, è specificato che la carica di «garante» è elettiva. Il che vuol dire che, prima poi, Grillo potrebbe lasciare ad altri anche quel ruolo.
• Ora comanderà l’asse Di Maio-Casaleggio?
A domanda precisa di Bruno Vespa ieri Di Maio ha tentato di sminuire il ruolo di Casaleggio: «Davide per me, oltre che essere un tecnico, è un grande amico. Non è persona che prende decisioni politiche, ma ci dà un supporto». Di certo Di Maio politicamente si sta sganciando da Grillo. Ha deciso di aprire a possibili alleanze programmatiche agli altri partiti – una cosa a cui Grillo è stato sempre contrarissimo – anche se il candidato premier non le chiama così: «Se gli italiani non ci dovessero dare i numeri per governare da soli, farò un appello alle forze politiche, a tutti i gruppi parlamentari e dirò che è finita l’epoca degli scambi di poltrone, diteci le vostre priorità, le nostre sono queste».
• Ha anche presentato un programma, mi pare.
Domenica scorsa, in una sorta di convention all’americana a Pescara, ha svelato i 20 punti del programma di governo dei Cinque Stelle e ha presentato ufficialmente alcuni candidati nuovi come i giornalisti Emilio Carelli e Gianluigi Paragone e il comandante Gregorio De Falco. In cima al programma ci sono l’abolizione di 400 leggi e il reddito di cittadinanza. Poi i provvedimenti «legge e ordine» con 10 mila nuove assunzioni nelle forze dell’ordine e due nuove carceri, stop al «business dell’immigrazione» e aiuti per le famiglie con figli. In campo economico c’è la promessa di ridurre di 40 punti il debito pubblico e di fare investimenti sforando il tetto del 3% del deficit/Pil. E poi una no tax area fino a 10mila euro, riduzione del cuneo fiscale e abbattimento dell’Irap, abolizione di studi di settore e spesometro perché «un cittadino è onesto fino a prova contraria». È prevista anche la creazione di una banca pubblica d’investimenti. Tra i 20 punti anche il superamento della legge Fornero, mentre non c’è più alcuna traccia del referendum per uscire dall’euro.
• Sulle candidature, invece, ho visto che c’è qualche polemica.
Attraverso le parlamentarie, ovvero le votazioni online, gli iscritti al Movimento hanno scelto i candidati per i seggi che si assegneranno con il maggioritario. Solo che le candidature sono state oltre diecimila per 945 posti e, secondo quando previsto dallo statuto. il capo politico (ovvero Di Maio) e una cerchia di fedeli (non si sa bene chi) hanno passato al setaccio tutti i nomi e attuato una scrematura, senza fornire particolari spiegazioni. D’altra parte il regolamento prevede come motivo di esclusione automatica «comportamenti che possano pregiudicare l’immagine o l’azione politica del M5s», un’espressione vaga, che si presta a moltissime interpretazioni. In più la piattaforma Rousseau s’è bloccata varie volte durante le votazioni. Diversi esclusi dalla competizione hanno annunciato ricorsi in tribunale. Ora mancano i nomi dei candidati ai collegi uninominali – un terzo del totale – che saranno scelti personalmente da Di Maio e da Grillo. «Ci sono nomi che faranno tremare i polsi ai partiti», ha annunciato ieri il candidato premier dei Cinque Stelle.
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