Avvenire, 9 novembre 2017
Andrea Dovizioso «ha già vinto». Parola del padre
«Per me Andrea è il vincitore morale di questo Mondiale. Poi è vero che la gente si ricorderà solo il nome che entrerà nell’albo d’oro, ma per me è come se avesse vinto lui». Cuore di papà, quello di Antonio Dovizioso, siciliano d’origine catapultato da bambino a Forlì, che già lunedì scorso è volato a Valencia – dove domenica si correrà l’ultimo gran premio della stagione, decisivo per le sorti del titolo della MotoGp – per seguire il figlio che, distante 21 punti dal leader Marc Márquez, tenterà il tutto per tutto per riuscire in una rimonta improbabile. Per essere chiari: il ducatista, per trionfare, può solo vincere e sperare che contestualmente lo spagnolo chiuda al di sotto dell’undicesimo posto. Va da sé che i favori del pronostico siano tutti per Márquez: «Alla fine, sia Andrea che io viviamo questa vigilia come se fosse quella di una gara normale, perché non c’è da sperare più di tanto. C’è l’1% di possibilità di portare a casa il Mondiale».
Non è scaramanzia, quella di Dovizioso senior, perché davvero si tratterebbe di capovolgere il mondo, sebbene in passato non siano mancate rimonte imprevedibili proprio all’ultima gara. Come quando nel 2006 Rossi – che aveva un vantaggio di 8 punti su Hayden – sbagliò di tutto e arrivò al traguardo addirittura tredicesimo, scavalcato in extremis dallo statunitense, il quale col terzo posto portò a casa il titolo. Qui, però, il distacco è molto più ampio e il colpaccio appare solo uno spiraglio lasciato aperto dall’aritmetica: «Ciò non toglie comunque nulla a una considerazione: Andrea ha disputato una stagione splendida».
I numeri lo raccontano con netta sem- plicità: per sei volte Dovizioso ha tagliato il traguardo davanti a tutti, ha vinto quattro degli ultimi sette gran premi, ha portato un fuoriclasse come Márquez a doversi comunque guadagnare il titolo all’ultima gara, ha ottenuto in assoluto il suo record di punti in dieci stagioni nella classe regina e chiuderà primo fra gli italiani, davanti anche a Valentino Rossi. Tutti aspetti difficili da pronosticare lo scorso marzo. Eppure, forse anche per questo, a papà Antonio, sale una punta di rammarico: «Se ci si volta indietro, dispiace per i punti regalati. Al di là del ritiro in Argentina, penso alla tattica sbagliata tra bagnato e asciutto a Brno, poi al dritto in Australia: alla fine Andrea paga questo, perché Márquez non ha chiuso la gara per tre volte, ma nelle altre occasioni ha chiuso quasi sempre sul podio e comunque mai oltre il sesto posto». Si torna così al punto di partenza della chiacchierata: agli annali che ricorderanno solo il vincitore, narcotizzando così i risultati eccellenti ottenuti dall’unico pilota che, dopo Stoner, è riuscito a domare una Desmosedici che per tanti è risultata bizzosa. Si veda alla voce Lorenzo: «A mio avviso però – spiega Dovizioso senior – Jorge al debutto ha fatto molto di più di quanto ci si potesse aspettare, basti pensare a tutti coloro che lo hanno preceduto in anni recenti. La Ducati è una moto eccellente, ma non una moto facile. Andrea ci ha messo cinque anni per arrivare a questo punto e raccogliere i risultati che ha ottenuto».
Per il bersaglio grosso, invece, siamo al più classico dei mantra: non succede, ma se succede... «No, non faremmo nessuna follia, noi Dovizioso siamo gente tranquilla. Certo, vincere l’iride sarebbe la realizzazione di un sogno per tutti e andrebbe festeggiato a dovere, perché il Mondiale di MotoGp è il punto più alto per un rider, non si può fare di meglio. Ma non è un’ossessione. Tra l’altro, dopo il gran premio resteremo tutti qui: prima di tornare a casa dovrà passare ancora qualche giorno».
Il carrozzone del Motomondiale, infatti, rimarrà di stanza a Valencia almeno sino a metà della prossima settimana. Questo perché, una volta incoronato il vincitore, già da martedì si inizierà a pensare al 2018 con i primi test della nuova stagione, con i rookie del prossimo anno in sella alle loro prime MotoGp, da Morbidelli – che guiderà la Honda del team Marc VDS – in giù, e i piloti confermati, fra cui proprio Dovizioso, a tentare i primi approcci con le nuove configurazioni delle moto.
Ecco perché papà Antonio con un occhio osserva il gp valenciano e con l’altro guarda già oltre, con l’ottimismo di chi sa che il lavoro, prima o poi, dovrà pagare. «Credo che Andrea avrà ancora altre possibilità per vincere il Mondiale, non penso affatto che quella attuale sia l’opportunità della vita, del tipo ora o mai più. Non è così. La Ducati oggi è a posto, non può peggiorare e Andrea padroneggia il mezzo. Tutt’al più possono migliorare le altre, visto che in questa stagione ad esempio la Honda ha rotto un motore, cosa che non le accadeva da dieci anni. O la Yamaha, ad esempio». Viñales più di Rossi («beh, sta diventando un po’ vecchiotto anche lui»), ma comunque sempre con Andrea in corsa per il titolo. Perché, se non ce la farà domenica, non è scritto da nessuna parte che il suo sia il destino del cavaliere che non fece l’impresa.