Il Messaggero, 24 agosto 2017
Quando la Pa paga in 6 giorni Il Tesoro svela i più virtuosi
ROMA A raccontarlo, come diceva una canzone di Francesco De Gregori, non sembra neanche vero. Abituati alle storie quotidiane dei ritardi cronici dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni ai propri fornitori, scoprire una Pa che paga non solo in tempo ma anzi, ben prima delle scadenze, è una discreta sorpresa. Nei giorni scorsi il ministero dell’Economia ha pubblicato sul proprio sito internet, la classifica dei cinquecento «migliori pagatori» della Pubblica amministrazione. E lo ha fatto stilando tre graduatorie diverse.
I CRITERI
Una in base al tempo medio ponderato di pagamento, ossia quanti giorni in media passano dal ricevimento delle fatture al loro saldo. Un’altra in base alla percentuale delle fatture pagate nei termini e, la terza, in base al tempo medio di ritardo dei pagamenti. Nella prima classifica il vincitore è il Comune di San Genesio Altoatesino, che ha stabilito un vero record: ha saldato circa l’80% delle mille fatture ricevute dai fornitori in soli sei giorni. Nessuno ha fatto meglio. I Comuni di Castelnuovo di Cecina e di Quinto di Treviso, così come il tribunale di Siracusa (giudice unico di primo grado), riescono a pagare in nove giorni. Seguiti dai municipi di Capriolo, Rosate, Settala e Sorisole. L’obiezione potrebbe essere che si tratta di piccoli Comuni, che dunque emettono poche fatture. Ma ci sono anche grandi amministrazioni che non sfigurano per niente. Come per esempio il Gse, il Gestore dei servizi energetici. Secondo le tabelle del ministero, nel 2016 ha saldato tutte le fatture ricevute, circa 810 mila per un valore totale di 5,4 miliardi di euro, in soli 21 giorni. «Il Gse», spiega il presidente e amministratore delegato Francesco Sperandini, «rappresenta oltre il 90% dell’ammontare del numero delle fatture elettroniche dei primi sedici enti che pagano tutti i fornitori nei tempi previsti. I dati del ministero», prosegue, «dimostrano che esiste una pubblica amministrazione eccellente e rientrare in questa classifica è motivo di orgoglio». Una classifica nella quale ben figurano anche la Regione Lazio e la Regione Lombardia. La prima ha effettuato 940 milioni di pagamenti su 1,08 miliardi di fatture in 26 giorni, la seconda 900 milioni negli stessi termini. L’Agenzia delle entrate, invece, ha saldato 41 mila fatture per quasi 700 milioni di euro in 22 giorni.
LE AVVERTENZE
I dati dei tempi di pagamento pubblicati dal ministero vanno però letti con qualche avvertenza. Si riferiscono alla tempistica di pagamento con la quale le pubbliche amministrazioni hanno smaltito le fatture ricevute dai propri fornitori nel corso dell’intero anno 2016, sulla base delle comunicazioni dei pagamenti effettuate sulla piattaforma informatica centralizzata. Non tutte le fatture però, vengono registrate sulla piattaforma e non tutti gli enti comunicano i loro dati. La piattaforma, ha spiegato il ministero, ha rilevato i pagamenti di circa 17,3 milioni di fatture, per un importo pari a 111,2 miliardi di euro, che corrisponde al 74 % dell’importo totale delle fatture riconosciute dalle PA nel periodo considerato (circa 22 milioni di fatture per un importo liquidabile di 150 miliardi). I tempi per saldare, in tutto o in parte, i 17,3 milioni di fatture per le quali sono stati comunicati i pagamenti, spiega sempre il ministero, sono stati pari in media a 58 giorni, mentre i tempi medi di ritardo sono stati di 16 giorni, un valore quest’ultimo in diminuzione del 30% rispetto ai tempi medi di ritardo con cui le Amministrazioni pubbliche hanno smaltito le fatture passive ricevute nell’anno 2015. Tuttavia, precisa sempre il Tesoro, il tempo medio di pagamento effettivo del totale delle fatture è con ogni probabilità più lungo di quello registrato tra gli enti che comunicano i dati. Una stima dei pagamenti mancanti, ottenuta con metodologia statistica, ha evidenziato che il tempo medio di pagamento semplice assume valori non superiori a 64 giorni per l’anno 2016.