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 2017  marzo 08 Mercoledì calendario

Ruspe, tritolo e milioni. «Così abbatteremo le Vele di Scampia»

NAPOLI È una fotografia ferma al 2003 quella che potrebbe finire fra i ricordi di Napoli se, come è ormai stato annunciato, in estate inizierà l’abbattimento delle Vele. Un’opera da 228mila metri cubi di materiale oltre 4 milioni di spesa. Sorte fra il ‘67 e il ‘75, le Vele originarie erano sette. Tre furono mese nel mirino e abbattute a partire dalla fine anni ‘90, anche se la prima rimase in piedi, nel dicembre ‘97, al primo tentativo. L’ultima di queste tre venne abbattuta nel 2003. Da allora Napoli ha convissuto con le altre quattro, oggetto del piano attuale.
Messo a punto dagli uffici dell’assessore all’urbanistica Carmine Piscopo, il piano prevede di abbatterne tre, mentre la quarta sarà riqualificata, sia a fini abitativi che per ospitarvi futuri uffici, dall’Università alla Città metropolitana. La prima Vela a essere interessata dall’operazione di demolizione sarà quella contrassegnata con la lettera A, nota anche come Vela Verde. Il sindaco Luigi de Magistris ne ha annunciato più volte l’abbattimento per inizio estate, per cominciare «a distruggere finalmente quell’immagine negativa di una parte della città». Le altre due verranno demolite in autunno e all’inizio del 2018, tenendo presente che le operazioni in ogni singolo cantiere dovrebbero richiedere 60-70 giorni.
Le parti basse degli edifici, fino a 15 metri di altezza, verranno demolite con mezzi meccanici ordinari o anche dotati di bracci. Quelle più alte saranno invece minate, con la tecnica che prevede l’implosione su se stesse delle strutture e non la loro polverizzazione. La prima Vela da abbattere è anche la più piccola: sviluppa 69 metri di lunghezza, 26 di larghezza e 15 piani, più scantinati, per 49.450 metri cubi di volume. Il costo stimato per la demolizione è di quasi 776mila euro. Le altre due Vele da affrontare, la Rossa e la Gialla, sviluppano circa 100 metri di lunghezza e quasi 100mila metri cubi di volume. Costi stimati di abbattimento fra 1,6 e 1,8 milioni. La somma delle tre operazioni porterà ad abbattere circa 228mila metri cubi di materiali per una spesa totale di 4,3 milioni, ma alcune parti, ad esempio gli acciai, saranno anche messe da parte e conservate. La quarta Vela, quella da preservare, è invece più grande, sviluppa 130.458 metri cubi e richiederà altri 15 milioni per la sua riqualificazione.
Verranno spostati secondo un programma sequenziale, gestito dall’assessore alla Casa Enrico Panini. Novanta famiglie sono già state spostate in nuovi edifici in zona, di cui sono assegnatari. Ne restano 40. Di queste, solo 9 sono attualmente alla Verde, e verranno spostate a breve presso le altre Vele. Stessa operazione verrà fatta, previo censimento, al momento di abbattere le altre due. Alla fine i 40 nuclei rimasti andranno nella Vela sopravvissuta, o in altri alloggi nel frattempo assegnati.
C’è il problema degli alloggi occupati senza titolo. Sono gli abusivi, italiani ma anche stranieri, che appena sgomberato un alloggio, lo rioccupano. Alcuni si spostano fra le Vele anche da dieci anni. C’è anche polemica da parte della locale Municipalità: il presidente Apostolos Paipais, sostiene che «sono in arrivo molti soldi, è necessario creare subito un tavolo di coordinamento». Qualche problema anche con alcuni degli inquilini già trasferiti in nuove palazzine: lamentano tubi del gas otturati, infiltrazioni d’acqua, guasti ai servizi sanitari.
L’intero progetto che ruota intorno alle quattro Vele dispone di quasi 27 milioni, 18 dal governo e 9 dal Comune di Napoli.
C’è una seconda fase, che vale altri 40 milioni di finanziamento, che, a demolizioni avvenute, prevede la riqualificazione di Scampìa e dell’intera area nord della città. Fra i progetti ci sono il trasferimento qui della sede della Città metropolitana, la dotazione di strutture per un parco comunale, altre residenze, insediamenti commerciali, asili nido, nuovi assi viari di accesso e l’abbellimento della stazione locale della metropolitana.