la Repubblica, 11 agosto 2016
Ieri la Raggi ha blindato la Muraro
Prima rivendica: «Mi sembra che la città sia molto più pulita, i romani lo vedono». Poi avverte: «Oggi dobbiamo affrontare la crisi dei prossimi sei mesi in cui ci hanno trascinato, lavorando sempre con il rischio sanitario dietro l’angolo». Ma, in serata, intervistata dal Tg1, rettifica: «A Roma non c’è nessuna emergenza sanitaria».
Per Virginia Raggi (e per la sua assessora all’Ambiente Paola Muraro) è il giorno più lungo: oltre otto ore di consiglio straordinario sui rifiuti di Roma in cui la sindaca, al di là della girandola di dichiarazioni sul «rischio sanitario», si prende la scena difendendo come mai aveva fatto la Muraro e puntando il dito contro i «vecchi partiti», in special modo il centrosinistra: «I romani sanno bene chi ha ridotto la città in questo modo e ci sono vicini nel cambiamento». Ne ha anche per Ama, la municipalizzata dei rifiuti: «Dormiva, non faceva pagare penali né imponeva ai trasportatori di essere presenti il lunedì mattina presto», anziché arrivare nel pomeriggio e pulire in ritardo la città dopo il week end.
Ad ascoltarla, in aula Giulio Cesare, c’è mezza giunta (il resto è in ferie) e, tra il pubblico, il padre Lorenzo (anche lui difensore della Muraro: «Sta lì per risolvere problemi»), e molti elettori M5S che applaudono i propri consiglieri e fischiano quelli d’opposizione. La Raggi parla per 45 minuti partendo da lontano: «Vi raccontiamo cosa avviene a Roma sui rifiuti dal 1964». Così, il consiglio convocato su richiesta delle opposizioni per tentare l’affondo finale sulla Muraro dopo le accuse dei giorni scorsi (conflitto di interessi con Ama, vicinanza a personaggi a processo per Mafia capitale) diventa per la Raggi la tribuna da cui attaccare chi «in questi 40 anni ha affidato la gestione dei rifiuti a Manlio Cerroni, chiamato l’ottavo Re di Roma».
L’opposizione prova a replicare. Su Twitter Matteo Orfini, commissario del Pd romano, scrive: «La Raggi rivendica di aver riconsegnato la gestione dei rifiuti al sistema Alemanno-Panzironi». In aula Roberto Giachetti, lo sfidante al ballottaggio: «Smetta questi panni da campagna elettorale e ci dica cosa vuole fare». Michela Di Biase, capogruppo Dem: «Dov’è Di Battista? Perché non è in Aula a gridare “onestà onestà”?». Stefano Fassina, Sinistra italiana: «Mi chiedo se la Muraro rappresenta la discontinuità che voi avete indicato come obiettivo fondamentale». La Raggi aspetta le conclusioni per blindare la sua assessora, «forse diventata troppo scomoda», scelta perché capace «di mettere subito le chiavi nel quadro e accendere la macchina». Il suo ruolo in Ama era quello di «un interlocutore tecnico che doveva assistere e presenziare all’attività di controllo degli impianti». E sottolinea: «Presenziare, non verificare». Ricorda «il primo durissimo colloquio» con la Muraro per via delle sue idee pro-inceneritori «cambiate nel corso degli anni». Difende anche il deputato M5S Stefano Vignaroli, «che mi ha insegnato il ciclo dei rifiuti» e che «non ha nessun accordo con Cerroni». Poi, tornando sulla Muraro dice che «l’eventualità di un avviso di garanzia per lei è un’ipotesi al momento irreale. Se si dovesse verificate valuteremo».
La Muraro l’ascolta per tutto il tempo, seduta alla sua sinistra. Non interviene mai, resta in silenzio per ore. Oggi sarà in Regione per aprire un tavolo (presenti anche Ama e l’Anac di Raffaele Cantone) per affrontare l’emergenza impiantistica che tiene Roma sempre a rischio rifiuti per strada. La sindaca, su questo, chiede tempo: «Entro dicembre 2016 presenteremo un progetto, funzionale al programma M5S verso i rifiuti zero». E conclude: «Nessuno ha la bacchetta magica».