La Stampa, 22 marzo 2016
Bonucci testa a testa con Rizzoli. Perché non è stato espulso? Le polemiche continuano
Non c’è stato alcun contatto. Figuriamoci testa contro testa...», è il messaggio dai corridoi dell’Aia. Nicola Rizzoli, arbitro del derby, e Leonardo Bonucci, difensore della Juve: uno di fronte all’altro, anzi le teste a contatto in segno di sfida da parte del bianconero. Ci sono immagini, o meglio, fotografie che raccontano tutto questo. Ma ci sono i video che lo smentiscono, così come fa chi vicino a Rizzoli il giorno dopo i veleni dell’Olimpico. «In quei casi non c’è il minimo dubbio. Si estrae il rosso, ma il contatto non c’è stato...». Si discute e si discuterà molto (a ragione) dell’atteggiamento assunto da Bonucci e della risposta del direttore di gara numero uno al mondo, che dal taschino tira fuori solo il giallo. Ma su un punto bisognerà trovare l’equilibrio: la testa dello juventino non entra mai in rotta di collisione con la fronte di Rizzoli, anche se qualche fermo immagine lo farebbe pensare.
Le immagini tradiscono
Il duello delle accuse ha lasciato il segno. E lo lascerà in futuro: Rizzoli è sul banco degli imputati, il Toro alza la voce. Bonucci l’ha fatta franca e non doveva, si dice. Un’onda forte e rumorosa, un sentire comune di chi era davanti alla tv che potrebbe anche portare lo stesso Rizzoli a spiegare cosa sia realmente accaduto nelle prossime ore (un’ipotesi che fa riflettere gli ambienti arbitrali). Spiegare perché, quell’episodio, se letto alla luce dell’immagine e non del video del momento, metterebbe in discussione la stessa credibilità di un arbitro sfidato senza la conseguenza di una sanzione, se non un semplice cartellino giallo.
Gol di Maxi Lopez regolare
La sfida dell’Olimpico è vissuta a strappi: fischi in campo e polemiche fuori. C’è un giallo, il secondo, non dato ad Alex Sandro per l’affondo su Bruno Peres in occasione del rigore concesso ai granata, sentenziano in molti. Ma, per Rizzoli, quella decisione era quella giusta. Motivo? L’arbitro avrà probabilmente valutato che Alex Sandro ha «fatto la giocata», come si dice in termini tecnici. Una giocata fallosa, ma pur sempre giocata. Tradotto: l’azione importante spezzata è stata accompagnata da un’altra azione più importante, il calcio di rigore realizzato da Belotti. Quindi, giusto sorvolare come accaduto, ad esempio, durante Roma-Verona: stessa dinamica, stesso risultato (rigore per i veneti, niente giallo al romanista Castan franato addosso all’esterno veneto Wszolek). C’è, invece, una svolta che deve mettere tutti d’accordo e lo fa: la rete di Maxi Lopez era da convalidare, il derby doveva correre dal 2 a 2 nel secondo tempo. Su questo, immagini o video non ammettono alibi e nessuno li cerca: l’errore c’è stato.