la Repubblica, 31 dicembre 2015
Le foto porno della pm sul web, scandalo a Lucca
Quegli scatti, troppo osé, che immortalerebbero un magistrato donna del tribunale di Lucca, sono finiti su un sito porno. E perfino al Consiglio superiore della magistratura che se ne sta occupando. Non si sa se siano immagini vere, scattate in momenti di intimità e che sarebbero dovuti rimanere tali, oppure se siano un fotomontaggio. Tanto che lei ha presentato una denuncia per “diffamazione a mezzo Internet” alla Procura della cittadina toscana. In base all’articolo 11 del Codice di procedura penale, per competenza l’inchiesta è stata trasmessa a Genova, e da alcuni giorni il procuratore aggiunto Vincenzo Calia (del pool reati contro la pubblica amministrazione) ha affidato il caso al pm Francesco Cardona Albini, che ha aperto un fascicolo. Appunto per diffamazione sul web. Al momento contro ignoti.Al nono piano di Palazzo di giustizia, a Genova, la vicenda è arcinota, anche se finora è stata blindata, con particolare attenzione e riguardo. Qualcosa però è sfuggito, anche perché a Lucca non si parla d’altro e le voci sono rimbalzate fino al capoluogo ligure. Tant’è che il procuratore capo, Michele Di Lecce (da oggi in pensione per raggiunti limiti di età), non l’ha potuta smentire né confermare, ma si è limitato a dire che preferisce non parlarne.La “vittima” di un ricatto o la protagonista di un book fotografico a luci rosse, è un magistrato della sezione giudicante di Lucca, una donna di mezza età, attraente. Pare sia stata una delle ultime persone a scoprire che quelle foto a dir poco hard, erano finite su due siti porno: “Swapsmut” e “Porn Revenge”.C’è voluto poco per farle diventare virali. Se fossero vere, si pensa alla “vendetta porno” di un fidanzato tradito, non rassegnato all’idea di essere stato abbandonato, tanto da postarle per colpire. E però il magistrato – sia nella denuncia, che nelle dichiarazioni verbali alla polizia giudiziaria – sosterrebbe che quel soggetto senza veli, in posizioni alquanto imbarazzanti, non sarebbe lei. Non si riconosce in quegli scatti a luci rosse, che potrebbero essere il frutto di un fotomontaggio ben riuscito. Immagini che però non sono state rintracciate dalla Polizia postale di Genova, alla quale la Procura ha affidato il compito di indagare. Nel frattempo potrebbero essere state rimosse.Si vedrà quali saranno i risvolti investigativi di quella che ha tutti i contorni di una intricata e comunque squallida vicenda. Tanto da essere finita prima in sede locale al Consiglio giudiziario di Firenze, poi al Csm. L’organo di autocontrollo dei magistrati ha già aperto un procedimento nei confronti della giudice: l’ha convocata ed ascoltata. Lei si sarebbe difesa strenuamente, sostenendo di essere vittima di un errore, di un collage fotografico, di essere stata colpita per il lavoro che fa. Inoltre, di temere un ricatto. In questo caso, il fascicolo del pm potrebbe essere integrato da un nuovo reato: la tentata estorsione, sempre contro ignoti.Secondo quanto trapela da Roma, in queste ore la commissione dedicata del Csm sta valutando l’eventuale trasferimento della giudice in altra sede: per incompatibilità ambientale. Non basta. Se l’indagine dovesse accertare sue responsabilità dirette, se quelle foto, tanto erotiche da essere considerate perfino pornografiche (chi le ha viste, racconta di posizioni inequivocabili), sono state scattate volontariamente, allora rischierebbe di essere radiata dalla magistratura per comportamento indecoroso; in gergo viene chiamata “mancanza di prestigio”.Requisiti fondamentali per una toga peraltro molto conosciuta ed apprezzata negli ambienti giudiziari di Lucca. Che si è occupata di importanti inchieste, e nella sua carriera di magistrato ha ricoperto diversi ruoli e funzioni, sia come gip e pm nel settore penale, sia nel civile.