La Stampa, 7 agosto 2015
Il governo spegne la musica/3. Continua il dibattito sui tagli alle orchestre e alle associazioni. Carlo Fontana, presidente dell’Agis, sostiene che questo decreto sia lodevole mentre per il Maestro Salvatore Accardo «è insensato». Tra lobby e ignoranza
La Stampa, domenica 9 agosto
Carlo Fontana, ex sovrintendente della Scala, oggi presiede l’Agis, l’associazione dello spettacolo.
Fontana, che logica trova nelle decisioni del Ministero?
«Era necessario rivedere la regola dei contributi storici e delle sovvenzioni a pioggia. I presupposti del nuovo decreto sono lodevoli: in qualche modo, bisognava ricominciare da capo».
Il direttore generale Nastasi, nella sua replica alle critiche pervenute, parla di «sistema più equo», di «metodi di comparazione reali e scientifici per evitare disparità di trattamento». Concorda?
«A cose fatte, credo che bisognerà riconsiderare il parametro del 30% assegnato alla qualità e del 70, invece, alla quantità. La qualità è stata valutata troppo poco rispetto ai calcoli e all’oggettività dell’algoritmo. Un equilibrio 50-50 mi pare più appropriato».
Come giudica l’operato delle Commissioni che hanno deciso le assegnazioni?
«Hanno complessivamente bene operato. Si sono assunti la responsabilità di scegliere, in un Paese come il nostro dove scegliere e cambiare è sempre difficile».
Soddisfatto anche dei 750 mila euro in più dati all’Orchestra Sinfonica Siciliana? In realtà, un ripiano dei debiti.
«No comment. Non intervengo sui singoli casi».
Per la prima volta vengono finanziati in maniera significativa progetti legati al mondo del pop, del rock, del jazz. Musicisti come Bob Dylan, Elton John, Ludovico Einaudi sono stati invitati nella stagione estiva dell’Opera di Roma. Segnali di un nuovo indirizzo culturale?
«Sono contrario alla distinzione tra i generi, e so distinguere tra proposte puramente commerciali e altre artisticamente più valide. Credo inoltre all’identità dei luoghi: non vedo il pop nei teatri d’opera storici, sì invece all’esibizione di questi artisti alle Terme di Caracalla».
Quali iniziative pensa di prendere ora?
«Alla fine di settembre indiremo come Agis un seminario di due giorni – dedicato a tutto lo spettacolo dal vivo – per un franco confronto tra i nostri associati, la direzione del Ministero, i componenti delle commissioni per “fare un tagliando” al decreto. Valutando le criticità emerse e avanzando proposte».
L’Agis è unita?
«I soggetti penalizzati, peraltro una minoranza, sono molto critici, ma devo ricordare che noi non abbiamo alcun potere di intervento sulle decisioni prese dal Ministero. Possiamo criticare e proporre soltanto dopo avere verificato i risultati».
“Scelte incomprensibili e ingiuste
Cari Muti e Pollini, mobilitiamoci”
Salvatore Accardo è impegnato nei corsi di perfezionamento dell’Accademia Chigiana. Una realtà, didattica e concertistica, penalizzata ora da un taglio del contributo di 75 mila euro.
Maestro, che logica trova nelle decisioni del Ministero?
«Quella dell’ignoranza e del lavoro di lobby. Non ci sono altre spiegazioni».
Ignoranza?
«Certe persone, mi riferisco anche ai membri della Commissione Musica del ministero, non sanno nemmeno che cosa sia e rappresenti la Chigiana. Quali rischi attraversi ora, dopo che il sostegno del Monte dei Paschi di Siena si è molto ridotto».
Lobby?
«Non trovo altra parola per giustificare scelte per me incomprensibili».
Il direttore generale Nastasi, nella sua replica, parla di «sistema più equo», di «metodi di comparazione reali e scientifici per evitare disparità di trattamento». Concorda?
«Cancellare molti prestigiosi concorsi, punire le realtà di ricerca e sperimentazione, è segno di equità? Il Premio Gui di Firenze, di cui sono presidente, è stato escluso dal contributo: è una decisione saggia? Ci sono casi clamorosi: penso al Centro Ricerche Musicali, chiamato il 3 agosto dal ministro Franceschini a inaugurare con una installazione sonora d’avanguardia la Palestra Grande di Pompei e pochi giorni dopo bocciato, azzerato».
Le decisioni del Ministero sono state comunicate adesso, quando gli impegni artistici e di spesa per la prossima imminente stagione sono stati già presi.
«Questa è la perfidia somma. Quale immagine diamo ai tanti artisti già invitati, italiani e stranieri, per impegni che ora in molti saranno costretti a disdire?».
Per la prima volta vengono finanziati progetti legati al mondo del pop, del rock, del jazz. Musicisti come Bob Dylan, Elton John, Ludovico Einaudi sono stati invitati nella stagione estiva dell’Opera di Roma. Segnali di un nuovo indirizzo culturale?
«Che senso ha invitare artisti pop in una stagione d’opera? I soldi che lo Stato dà all’Opera di Roma servono anche per pagare gli artisti pop? Secondo me è sbagliato, soprattutto in Italia, dove manca un’educazione musicale di base».
Quali iniziative pensa di prendere ora?
«Il nostro mondo spesso è diviso, ognuno pensa a salvarsi da solo e questo ci indebolisce. Dobbiamo mobilitarci assieme, chiedere un incontro con il Ministro e presentare una petizione con migliaia di firme. Chiamo i più grandi musicisti italiani, a cominciare da Riccardo e Maurizio (i maestri Muti e Pollini, ndr), a sostenere questa mobilitazione».
*****
Salvatore Accardo: «Scelte incomprensibili e ingiuste
Cari Muti e Pollini, mobilitiamoci»
Salvatore Accardo è impegnato nei corsi di perfezionamento dell’Accademia Chigiana. Una realtà, didattica e concertistica, penalizzata ora da un taglio del contributo di 75 mila euro.
Maestro, che logica trova nelle decisioni del Ministero?
«Quella dell’ignoranza e del lavoro di lobby. Non ci sono altre spiegazioni».
Ignoranza?
«Certe persone, mi riferisco anche ai membri della Commissione Musica del ministero, non sanno nemmeno che cosa sia e rappresenti la Chigiana. Quali rischi attraversi ora, dopo che il sostegno del Monte dei Paschi di Siena si è molto ridotto».
Lobby?
«Non trovo altra parola per giustificare scelte per me incomprensibili».
Il direttore generale Nastasi, nella sua replica, parla di «sistema più equo», di «metodi di comparazione reali e scientifici per evitare disparità di trattamento». Concorda?
«Cancellare molti prestigiosi concorsi, punire le realtà di ricerca e sperimentazione, è segno di equità? Il Premio Gui di Firenze, di cui sono presidente, è stato escluso dal contributo: è una decisione saggia? Ci sono casi clamorosi: penso al Centro Ricerche Musicali, chiamato il 3 agosto dal ministro Franceschini a inaugurare con una installazione sonora d’avanguardia la Palestra Grande di Pompei e pochi giorni dopo bocciato, azzerato».
Le decisioni del Ministero sono state comunicate adesso, quando gli impegni artistici e di spesa per la prossima imminente stagione sono stati già presi.
«Questa è la perfidia somma. Quale immagine diamo ai tanti artisti già invitati, italiani e stranieri, per impegni che ora in molti saranno costretti a disdire?».
Per la prima volta vengono finanziati progetti legati al mondo del pop, del rock, del jazz. Musicisti come Bob Dylan, Elton John, Ludovico Einaudi sono stati invitati nella stagione estiva dell’Opera di Roma. Segnali di un nuovo indirizzo culturale?
«Che senso ha invitare artisti pop in una stagione d’opera? I soldi che lo Stato dà all’Opera di Roma servono anche per pagare gli artisti pop? Secondo me è sbagliato, soprattutto in Italia, dove manca un’educazione musicale di base».
Quali iniziative pensa di prendere ora?
«Il nostro mondo spesso è diviso, ognuno pensa a salvarsi da solo e questo ci indebolisce. Dobbiamo mobilitarci assieme, chiedere un incontro con il Ministro e presentare una petizione con migliaia di firme. Chiamo i più grandi musicisti italiani, a cominciare da Riccardo e Maurizio (i maestri Muti e Pollini, ndr), a sostenere questa mobilitazione».
[Leggi anche l’articolo di Sandro Cappelletto sui tagli e la risposta di Salvatore Nastasi]
Carlo Fontana, ex sovrintendente della Scala, oggi presiede l’Agis, l’associazione dello spettacolo.
Fontana, che logica trova nelle decisioni del Ministero?
«Era necessario rivedere la regola dei contributi storici e delle sovvenzioni a pioggia. I presupposti del nuovo decreto sono lodevoli: in qualche modo, bisognava ricominciare da capo».
Il direttore generale Nastasi, nella sua replica alle critiche pervenute, parla di «sistema più equo», di «metodi di comparazione reali e scientifici per evitare disparità di trattamento». Concorda?
«A cose fatte, credo che bisognerà riconsiderare il parametro del 30% assegnato alla qualità e del 70, invece, alla quantità. La qualità è stata valutata troppo poco rispetto ai calcoli e all’oggettività dell’algoritmo. Un equilibrio 50-50 mi pare più appropriato».
Come giudica l’operato delle Commissioni che hanno deciso le assegnazioni?
«Hanno complessivamente bene operato. Si sono assunti la responsabilità di scegliere, in un Paese come il nostro dove scegliere e cambiare è sempre difficile».
Soddisfatto anche dei 750 mila euro in più dati all’Orchestra Sinfonica Siciliana? In realtà, un ripiano dei debiti.
«No comment. Non intervengo sui singoli casi».
Per la prima volta vengono finanziati in maniera significativa progetti legati al mondo del pop, del rock, del jazz. Musicisti come Bob Dylan, Elton John, Ludovico Einaudi sono stati invitati nella stagione estiva dell’Opera di Roma. Segnali di un nuovo indirizzo culturale?
«Sono contrario alla distinzione tra i generi, e so distinguere tra proposte puramente commerciali e altre artisticamente più valide. Credo inoltre all’identità dei luoghi: non vedo il pop nei teatri d’opera storici, sì invece all’esibizione di questi artisti alle Terme di Caracalla».
Quali iniziative pensa di prendere ora?
«Alla fine di settembre indiremo come Agis un seminario di due giorni – dedicato a tutto lo spettacolo dal vivo – per un franco confronto tra i nostri associati, la direzione del Ministero, i componenti delle commissioni per “fare un tagliando” al decreto. Valutando le criticità emerse e avanzando proposte».
L’Agis è unita?
«I soggetti penalizzati, peraltro una minoranza, sono molto critici, ma devo ricordare che noi non abbiamo alcun potere di intervento sulle decisioni prese dal Ministero. Possiamo criticare e proporre soltanto dopo avere verificato i risultati».
“Scelte incomprensibili e ingiuste
Cari Muti e Pollini, mobilitiamoci”
Salvatore Accardo è impegnato nei corsi di perfezionamento dell’Accademia Chigiana. Una realtà, didattica e concertistica, penalizzata ora da un taglio del contributo di 75 mila euro.
Maestro, che logica trova nelle decisioni del Ministero?
«Quella dell’ignoranza e del lavoro di lobby. Non ci sono altre spiegazioni».
Ignoranza?
«Certe persone, mi riferisco anche ai membri della Commissione Musica del ministero, non sanno nemmeno che cosa sia e rappresenti la Chigiana. Quali rischi attraversi ora, dopo che il sostegno del Monte dei Paschi di Siena si è molto ridotto».
Lobby?
«Non trovo altra parola per giustificare scelte per me incomprensibili».
Il direttore generale Nastasi, nella sua replica, parla di «sistema più equo», di «metodi di comparazione reali e scientifici per evitare disparità di trattamento». Concorda?
«Cancellare molti prestigiosi concorsi, punire le realtà di ricerca e sperimentazione, è segno di equità? Il Premio Gui di Firenze, di cui sono presidente, è stato escluso dal contributo: è una decisione saggia? Ci sono casi clamorosi: penso al Centro Ricerche Musicali, chiamato il 3 agosto dal ministro Franceschini a inaugurare con una installazione sonora d’avanguardia la Palestra Grande di Pompei e pochi giorni dopo bocciato, azzerato».
Le decisioni del Ministero sono state comunicate adesso, quando gli impegni artistici e di spesa per la prossima imminente stagione sono stati già presi.
«Questa è la perfidia somma. Quale immagine diamo ai tanti artisti già invitati, italiani e stranieri, per impegni che ora in molti saranno costretti a disdire?».
Per la prima volta vengono finanziati progetti legati al mondo del pop, del rock, del jazz. Musicisti come Bob Dylan, Elton John, Ludovico Einaudi sono stati invitati nella stagione estiva dell’Opera di Roma. Segnali di un nuovo indirizzo culturale?
«Che senso ha invitare artisti pop in una stagione d’opera? I soldi che lo Stato dà all’Opera di Roma servono anche per pagare gli artisti pop? Secondo me è sbagliato, soprattutto in Italia, dove manca un’educazione musicale di base».
Quali iniziative pensa di prendere ora?
«Il nostro mondo spesso è diviso, ognuno pensa a salvarsi da solo e questo ci indebolisce. Dobbiamo mobilitarci assieme, chiedere un incontro con il Ministro e presentare una petizione con migliaia di firme. Chiamo i più grandi musicisti italiani, a cominciare da Riccardo e Maurizio (i maestri Muti e Pollini, ndr), a sostenere questa mobilitazione».
*****
Salvatore Accardo: «Scelte incomprensibili e ingiuste
Cari Muti e Pollini, mobilitiamoci»
Salvatore Accardo è impegnato nei corsi di perfezionamento dell’Accademia Chigiana. Una realtà, didattica e concertistica, penalizzata ora da un taglio del contributo di 75 mila euro.
Maestro, che logica trova nelle decisioni del Ministero?
«Quella dell’ignoranza e del lavoro di lobby. Non ci sono altre spiegazioni».
Ignoranza?
«Certe persone, mi riferisco anche ai membri della Commissione Musica del ministero, non sanno nemmeno che cosa sia e rappresenti la Chigiana. Quali rischi attraversi ora, dopo che il sostegno del Monte dei Paschi di Siena si è molto ridotto».
Lobby?
«Non trovo altra parola per giustificare scelte per me incomprensibili».
Il direttore generale Nastasi, nella sua replica, parla di «sistema più equo», di «metodi di comparazione reali e scientifici per evitare disparità di trattamento». Concorda?
«Cancellare molti prestigiosi concorsi, punire le realtà di ricerca e sperimentazione, è segno di equità? Il Premio Gui di Firenze, di cui sono presidente, è stato escluso dal contributo: è una decisione saggia? Ci sono casi clamorosi: penso al Centro Ricerche Musicali, chiamato il 3 agosto dal ministro Franceschini a inaugurare con una installazione sonora d’avanguardia la Palestra Grande di Pompei e pochi giorni dopo bocciato, azzerato».
Le decisioni del Ministero sono state comunicate adesso, quando gli impegni artistici e di spesa per la prossima imminente stagione sono stati già presi.
«Questa è la perfidia somma. Quale immagine diamo ai tanti artisti già invitati, italiani e stranieri, per impegni che ora in molti saranno costretti a disdire?».
Per la prima volta vengono finanziati progetti legati al mondo del pop, del rock, del jazz. Musicisti come Bob Dylan, Elton John, Ludovico Einaudi sono stati invitati nella stagione estiva dell’Opera di Roma. Segnali di un nuovo indirizzo culturale?
«Che senso ha invitare artisti pop in una stagione d’opera? I soldi che lo Stato dà all’Opera di Roma servono anche per pagare gli artisti pop? Secondo me è sbagliato, soprattutto in Italia, dove manca un’educazione musicale di base».
Quali iniziative pensa di prendere ora?
«Il nostro mondo spesso è diviso, ognuno pensa a salvarsi da solo e questo ci indebolisce. Dobbiamo mobilitarci assieme, chiedere un incontro con il Ministro e presentare una petizione con migliaia di firme. Chiamo i più grandi musicisti italiani, a cominciare da Riccardo e Maurizio (i maestri Muti e Pollini, ndr), a sostenere questa mobilitazione».
[Leggi anche l’articolo di Sandro Cappelletto sui tagli e la risposta di Salvatore Nastasi]