la Repubblica, 4 giugno 2015
Fallacci, insulti e minacce di morte. Più che una Partita del cuore è stata una partita delle caviglie (centrate) e dei neuroni (poco usati). Più che un evento di beneficenza, uno spettacolo di discreta indecenza
Più che una Partita del cuore è stata una partita delle caviglie (centrate) e dei neuroni (poco usati). Più che un evento di beneficenza, uno spettacolo di discreta indecenza. Sarà che il calcio italiano è ormai uno sport isterico, ma copiarne il peggio non è sembrata una grandissima idea da parte di qualcuno, nella tradizionale sfida che opponeva campioni e cantanti. È successo martedì sera in diretta tv, allo Juventus Stadium, in campo anche Del Piero (era la prima volta che tornava a Torino e ha pure segnato una doppietta), John Elkann e Andrea Agnelli, ma soprattutto Nedved, quello che se t’azzardi a fargli un tunnel poi viene a cercarti e ti mena.
Identici a certi esagitati quarantenni delle sfide notturne a calcetto, quelle che fanno la gioia di ortopedici e fisioterapisti anche se andrebbero più che altro seguite da psichiatri, alcuni vip del pallone hanno davvero mostrato il peggio. E quando il talentuoso rapper Moreno ha beffato Pavel Nedved con un tunnel, non sapeva che di lì a poco il ceko si sarebbe vendicato con un’entrata brutale. Trance agonistica? Il pallone che è sempre uguale nelle pulsioni che scatena, si giochi la coppa del mondo o il torneo al villaggio vacanze? Forse, ma da certi fuoriclasse ci si aspetterebbe reazioni più mature.
«Quello che ho visto è inconcepibile», ha detto Enrico Ruggeri. Può essere che Nedved, non proprio un esempio di sportività neppure quando giocava sul serio, sbrocchi ogni volta che s’avvicina una finale di Champions: nel 2003 si fece ammonire nella gara di ritorno contro il Real e, diffidato, saltò l’epilogo di Manchester con il Milan, circostanza che probabilmente costò la coppa ai bianconeri.
Ma c’è di peggio. Ieri, Eros Ramazzotti ha postato su Instagram: «Quando una persona in un campo di calcio in una partita benefica ti dice “se mi ritocchi ti ammazzo qui, davanti a tutti”, tu che fai? Prendi e te ne vai?». Nomi, Ramazzotti non ne fa, ma pure lui era stato ripreso dalle telecamere mentre scambiava idee non del tutto amichevoli con Moreno, quello di Nedved.
Peccato, perché la Partita del cuore ha raccolto quasi due milioni di euro tra incasso allo stadio (462mila euro) e sms solidali a favore di Telethon e della ricerca contro il cancro, e si gioca – più o meno senza replicanti di calciatori coatti – da ben trentasei anni. Ha aiutato tanti malati, però l’altra sera ha anche messo tristezza, sentimento che spesso già si associa alle vecchie glorie, ma che si moltiplica di fronte a scene da guappi di periferia. A quel punto, meglio un assegno silenzioso a chi ne ha bisogno, si fa ugualmente del bene ma una figura migliore.