Leonetta Bentivoglio, "la Repubblica" 28/5/2002, pagina 41., 28 maggio 2002
Arturo Toscanini ebbe una lunga storia con la pianista Ada Colleoni Mainardi, moglie del violoncellista Enrico Mainardi
Arturo Toscanini ebbe una lunga storia con la pianista Ada Colleoni Mainardi, moglie del violoncellista Enrico Mainardi. Amica delle figlie, Toscanini la conobbe che non era ancora sposata. Il rapporto sarebbe iniziato anni dopo: lei, 39 anni, viveva tra Milano e Berlino; lui, trent’anni più vecchio, viaggiava per tutto il mondo. S’incontravano in un piccolo appartamento affittato a Milano e si scrivevano molto: dalle vacanze estive sul lago Maggiore le mandava anche telegrammi in inglese, per evitare che gli impiegati delle poste capissero il contenuto del testo. Era talmente preso da lei che una volta, nel 1936, diresse i Wiener Philarmoniker dal podio del Musikverein di Vienna tenendo in tasca, come amuleto portafortuna, il loro «Santo Sudario», un fazzoletto macchiato dal sangue mestruale di Ada. Nelle lettere le mandava a dire: «Mi è stato di grande ispirazione. Per amor di Dio, Ada, sei tu a portarmi a tali eccessi. Se mi avessi visto nel momento in cui i miei occhi fissavano quel velo diafano spruzzato dal tuo sangue». In altre epistole lui si dilungava alludendo al suo «piccolo fiore» da cogliere, ai suoi gemiti, agli «angolini» più misteriosi del suo corpo. Dopo sei anni di passione, la rottura. Per consolarsi lui tornò con la Kurzbauer, lasciata vent’anni prima: «Strega! Ti amo ancora e ti desidero ancor più intensamente».